Categoria: Marketing

Perché Spendere Bene il Proprio Budget Pubblicitario è Cruciale per il Successo del Brand

L’Errore Più Comune: Investire il proprio budget pubblicitario solo nei Canali Più Noti

Quando si tratta di pubblicità, molte aziende tendono a investire il proprio budget nei canali più conosciuti, come Facebook, Instagram e Google Ads, senza una strategia chiara e personalizzata. Questo approccio, pur garantendo una certa visibilità, spesso non porta ai risultati sperati. Il problema principale? Insieme ai budget pubblicitari via via crescenti è la mancanza di una strategia mirata che tenga conto del target specifico, delle esigenze del mercato e della creatività necessaria per emergere.

Il Problema della Standardizzazione della Pubblicità

Affidarsi esclusivamente ai canali più popolari porta spesso alla saturazione del messaggio. Quando tutte le aziende comunicano nello stesso modo e negli stessi luoghi, diventa sempre più difficile distinguersi. Il pubblico è bombardato da contenuti simili, sviluppando un’immunità alla pubblicità tradizionale. Questo spiega perché molte aziende si ritrovano insoddisfatte dei risultati delle loro campagne: non si tratta solo di “dove” si investe, ma anche di “come” si comunica.

La Soluzione: Strategie Mirate e Creatività

Per ottenere il massimo dal proprio budget pubblicitario, è fondamentale adottare un approccio più strategico e diversificato. Ecco alcuni punti chiave:

  • Sperimentazione di Nuovi Canali: essere in grado di trovare altre strade ai flussi di comunicativi per incontrare un pubblico specifico.
    E tantissime non vengono valutate e proposte con criterio e strategia.
  • Dinamismo delle inserzioni: Abbiamo visto aziende spendere in media la stessa cifra tutti i mesi, questo approccio non trova correttezza nei business plan, nella strategia di marketing, nel ritorno sull’investimento.
  • Creatività al Centro: Un contenuto pubblicitario che si limita a ripetere modelli già visti difficilmente catturerà l’attenzione. Ecco perché sempre più aziende, specialmente nel settore della moda, stanno sostituendo i social media manager con veri e propri creative director, capaci di costruire narrazioni originali e coinvolgenti.

Il Caso della Moda: Creatività Prima del Canale

L’industria della moda ha già compreso l’importanza di questo cambiamento. Brand di successo come Gucci, Balenciaga e Prada investono meno nella pubblicità convenzionale e più nella creazione di contenuti distintivi, capaci di generare hype e conversazione. Questo approccio dimostra che il focus non deve essere esclusivamente sul mezzo pubblicitario, ma sulla qualità e originalità del messaggio.

Conclusione: Spendere Meglio, Non di Più

Un budget pubblicitario ben speso non è quello che punta solo sulla quantità, ma quello che ottimizza ogni euro investito attraverso strategie mirate e contenuti realmente distintivi. Se vuoi che la tua pubblicità smetta di essere un semplice “costo” e diventi un vero motore di crescita, è il momento di ripensare il tuo approccio.

Tutto passa dalla strategia e se non trovi i risultati sperati significa che bisogna intervenire con la giusta Tattica

analisi di marketing territoriale in Italia professionisti del business

L’importanza del mercato territoriale

Si pensa che il geomarketing sia utile a chi ha un negozio, assolutamente vero ma non solo.

L’analisi territoriale è utile anche per tutte le aziende che vogliono conoscere i diversi aspetti di un territorio, ad esempio per organizzare la rete vendita ottimizzando le risorse, ottimizzare la distribuzione o migliorare la visibilità aziendale.

L’analisi è valida sia per organizzare la grande distribuzione che per le piccole imprese, permette di identificare caratteristiche ed abitudini di spesa della popolazione gravitante sul territorio

LEGARE L’ANALISI DEL TERRITORIO CON IL MARKETING

L’unione delle due competenze è determinante per arrivare a definire i tratti di un territorio dal punto di vista della potenziale utenza.

Conoscere le numerosità e le caratteristiche permette a imprese grandi e piccole di raggiungere una serie importante di obiettivi.

CONOSCERE LA CLIENTELA

Il geomarketing permette di identificare la numerosità e le caratteristiche di un territorio, profilando il potenziale cliente.

Attraverso l’analisi territoriale è possibile definire le abitudini di spesa rispetto allo specifico target in osservazione e impostare l’offerta in modo mirato.

La valutazione può portare a correggere l’impostazione dell’offerta esistente o a riconoscere possibili nuove proposte ancora non sviluppate.

CONOSCERE I COMPETITOR

L’analisi del territorio permette di identificare e analizzare i competitor attribuendo ad ogni realtà un potere d’attrazione differente sulla base delle caratteristiche dell’impresa per quanto riguarda la tipologia e la varietà di offerta.

Osservare la concorrenza permette di definire la quota di mercato assorbita.

PREVDERE I CAMBIAMENTI

L’analisi del territorio è fondamentale non solo per ottenere la fotografia istantanea dalla condizione attuale ma anche prevedere trend futuri, in questo modo sarà possibile organizzare l’impostazione dell’offerta sulla base di nuove richieste e identificare nuovi consumatori.

ESSERCI AL POSTO GIUSTO

Conoscere il territorio permette di aprire la propria attività nel posto con il massimo potenziale ma non solo.

Aziende che devono organizzare la distribuzione dei loro prodotti o servizi possono godere di un vantaggio sicuro impostando la propria organizzazione in modo da essere presenti dove effettivamente la richiesta è significativa.

VENDERE DI PIU’

Ultimo punto, non per importanza, l’aumento del fatturato è la conseguenza dell’analisi territoriale e della successiva ottimizzazione delle risorse e delle scelte.

Il percorso prevede l’analisi del territorio, l’identificazione delle sue risorse, clienti attuali e potenziali, analisi dei competitor, del mercato assorbito e del potenziale ancora disponibile.

La consapevolezza è potenza, il geomarketing ti permette di avere quella consapevolezza, necessaria per sviluppare investimenti là dove il business può ottenere di più.

non è mai la fortuna a darti lo slancio ma la conoscenza, la fortuna aiuta gli audaci.
Se ti va sentiamoci per una call

Non c’è ripresa senza analisi

Tutto diventa meno prevedibile e tutto quello per cui abbiamo studiato, cosi come lo conoscevamo, forse è da buttare.
Una cosa è certa non saremo più quelli di prima.
Non ci muoveremo più come prima e non avremo forse le stesse abitudini di prima

Sicuramente il mondo del marketing e della comunicazione aziendale, ha bisogno di fronteggiare questa situazione e la resa non è assolutamente la mia strada preferita

“di doman non c’è certezza.” E oggi più che mai bisogna rispolverare quei vecchi libri per trovare la soluzione.


La storia insegna!

E proprio dopo la peste l’inversione di tendenza fu quella di spostare le attività produttive specialmente lana e seta dalla città alle campagne a causa degli elevati costi di manodopera.

Questi lavori vennero affidati a lavoratori che alternavano il filatoio e il telaio ai lavori dei campi. Questo venne chiamato sistema domestico, forse oggi utilizzeremo un inglesismo per definirlo smart working, o la chiameremo diversificazione di reddito ma tutto sommato non possiamo vantare nulla di nuovo se nel 1300 le esigenze spinsero le persone, pur non conoscendo l’inglese,  ad adattarsi ad una nuova normalità


Proprio in questi giorni leggendo qua e la cercavo risposta ad una domanda:
Cosa si aspettano i nostri consumatori una volta terminata l’emergenza?


Una frase in particolare di Albert Camus mi ha aiutato a riflettere su un tema fino ad oggi non approfondito dal 70% delle aziende e battitori liberi.

La peste aveva ricoperto ogni cosa: non vi erano più destini individuali, ma una storia collettiva, la peste, e dei sentimenti condivisi da tutti.

Una sentimento comune che riparte dal territorio, questo forte legame interrotto.

Tante volte le aziende parlano di territoriale senza mai entrarci pienamente, senza mai far emergere quel sentimento di appartenenza innato in noi.

Le relazioni e le collaborazioni, quel senso comune che definiamo co-marketing, che nel passato hanno aiutato i nostri predecessori a rimettersi in piedi e rimettere in piedi un paese, oggi più che mai dovrebbe essere il giusto sentimento di ripartenza.

Spesso sento dire: quando ritorneremo alla normalità?
La mia irrilevante risposta è: ci adatteremo ad una nuova normalità.

Una nuova normalità che immagino metta al centro l’individuo e l’individualità nei processi di acquisto e il territorio e la comunità al centro della comunicazione

In quanti a Giugno affolleranno i centri commerciali, con quanta diffidenza vedremo il prossimo a meno di un metro?
Non c’è presunzione nel tentare di rispondere a queste domande ma per chi opera nel mondo del marketing strategico, il coraggio della risposta deve prevalere sulla percentuale di errore.

Dovremmo essere in grado di offrire esperienze alternative.
Dovremmo essere in grado di accantonare, almeno nell’immediato, l’ascia estremamente commerciale e metterci ancora una volta a disposizione dei nostri consumatori

Sicuramente non c’è risposta certa a come ognuno di noi risponderà agli stimoli che il mondo del marketing ci sottoporrà ad emergenza finita.


Impegnarsi in una riflessione legata alla fotografia dello stato attuale del nostro business, ed immaginare come i nostri utenti si comporteranno e di conseguenza le nostre aree di miglioramento ci permette di recuperare un tempo altrimenti perso.

Non c’è risposta certa delle nostre reazioni agli stimoli che il mondo del marketing ci sottoporrà ad emergenza finita.


Impegnarsi in una riflessione legata alla fotografia dello stato attuale del nostro business, ed immaginare come i nostri utenti si comporteranno e di conseguenza le nostre aree di miglioramento ci permette di recuperare un tempo altrimenti perso.

Forse davanti un buon vino
Forse dopo aver letto un buon libro

Sicuramente a casa!